RIO DE JANEIRO

Alla fine degli anni cinquanta una nuova generazione di musicisti brasiliani si confronta con il jazz, trasponendovi le sincopi ritmiche e l'euforia del samba. Nasce così la bossa nova, uno stile che presto contagerà i jazzisti americani. Figura del nuovo movimento e autore di alcune tra le più belle canzoni brasiliane, Jobim è il principe artefice del successo della bossa nova nel mondo.

 

 

 

 il cantore del nuovo Brasile

il nuovo Brasile

un laboratorio di stili

le origini della bossa nova

una formazione classica

un samba per Orfeo

fuori dai confini

un album a cinque stelle

l'incontro con Sinatra

Jobim e le stelle del jazz

Meu Brasil Brasileiro

 

 

 IL CANTORE DEL NUOVO BRASILE

 

Antonio Carlos Jobim

Nel 1992 la scuola di samba della Manguera, una delle più importanti di Rio, dedicò a Jobim la propria sfilata di carnevale. Più di cinquemila persone si ritrovarono a cantare insieme i classici della bossa nova, che per la prima volta sostituivano i samba del repertorio nazionale. Per l'artista non si trattò di un riconoscimento qualsiasi. Quelle celebrazioni furono accolte da lui come il più grande dei trofei: rappresentavano le scuse ufficiali del popolo del samba dopo un'incomprensione durata troppo a lungo. Quando, alla fine degli anni cinquanta, Jobim aveva cominciato a sedurre il mondo con le sue canzoni, i custodi del carnevale le avevano infatti ostentatamente ignorate, giudicandole troppo lontane dalle tradizioni del Brasile. Eppure, quella sua musica dai colori delicati rappresentava nel modo più autentico la Joe de vivre dei brasiliani, il calore del sole e le spiagge di Ipanema.  Menu

 

 

 IL NUOVO BRASILE

Nella storia del Brasile gli anni cinquanta sono conosciuti come il "periodo d'oro". Fu allora, infatti, che il paese cominciò a risentire dei benefici effetti della democrazia, scuotendosi dal torpore a cui l'aveva abituato una lunga dittatura e aprendosi nuovamente ai contatti e agli scambi. La situazione migliorò soprattutto dopo il 1956, quando fu eletto presidente Juscelino Kubitscheck. Uomo dal saldo credo modernista, Kubitcheck fece decollare l'economia del Brasile, disponendolo ad affrontare il mondo con energia e successo. Durante il suo mandato fu realizzata Brasilia, la nuova capitale del paese. Nulla, però, potè allora togliere a Rio De Janeiro la sua supremazia artistica e culturale.  Menu

 

 

 UN LABORATORIO DI STILI

Grazie al nuovo clima, Rio  si era trasformata in un grande laboratorio musicale. Tra gli artisti che ne animavano le notti, nei numerosi locali e ritrovi, c'era Antonio Carlos Brasileiro de Almeida Jobim, detto Tom, compositore, arrangiatore, chitarrista, pianista e cantante, fra i maestri assoluti di ciò in breve sarebbe divenuta la bossa nova. "Allora le canzoni erano così negative che per suonarle dovevi essere infelice", avrebbe in seguito ricordato Jobim. "I testi dei samba sembravano parole di tanghi argentini. C'era addirittura un bolero, intitolato Suicidio, in cui alla fine si sentiva uno sparo, quando il protagonista si uccideva". Questo pessimismo aveva finito per allontanare i giovani dalle canzoni brasiliane, mentre la musica del Nord America cominciava rapidamente a diffondersi. Il ritmo spumeggiante del jazz californiano, i rilassati assoli dei sassofonisti Gerry Mulligan e Bud Shank, le dolci ballad del trombettista Chet Baker e le canzoni di Frank Sinatra iniziarono a definire l'immaginario sonoro di una nuova generazione di intellettuali, compositori, cantanti e strumentisti, gettando le premesse per la nascita del movimento che avrebbe rivoluzionato la musica brasiliana.  Menu

 

 

 LE ORIGINI DELLA BOSSA NOVA

La bossa nova -letteralmente, l'espressione significa "nuova tendenza"- nacque proprio dll'incontro dei toni morbidi del cool e del californian jazz con la musica più tipicamente brasiliana, il samba, che si stemperava in una dimensione più lirica e contemplativa. La genesi è incerta; tra i precursori ci sarebbero comunque il cantante Dick Farney (pseudonimo di Farnèsio Dutra da Silva), considerato il Frank Sinatra brasiliano, e il compositore Johnny Alf (ver nome, Josè Alfredo da Silva), che alla fine degli anni quaranta furono tra i primi a far conoscere in Brasile il jazz moderno. La sua data di nascita ufficiale si fa risalire al dicembre del 1958 quando fu pubblicato, su un disco  a 78 giri, Chega de saudada (Basta con la nostalgia). Il brano, composto e arrangiato da Jobim, era interpretato da João Gilberto, che sarebbe diventato il cantante-simbolo della bossa nova; le parole erano di Vinìcius de Moraes. Oggi notissimo, al suo apparire Chega de saudada fu considerato scandaloso, ardito nella sua trama morbida, nei chiaroscuri ritmici, negli accostamenti inaspettati.  Menu

 

 

 UNA FORMAZIONE CLASSICA

La formazione di Jobim era avvenuta nel segno della musica classica. Uno dei suoi maestri era stato il compositore tedesco Hans-Jochim Koellreutter, il musicista che aveva introdotto in Brasile i principi dell'atonalità. Jobim riuscì comunque a fondere la musica colta europea con la più genuina espressione popolare del Brasile. Così, nonostante l'estrema accuratezza formale che li contraddistingue, tutti i suoi brani -da Chega de saudade a Garota de Ipanema, da Desafinado a Dindi a Insensatez- possiedono una straordinaria presa ammaliante, una grande immediatezza. Non a caso la comunicativa fu uno dei lati più importanti della personalità di Jobim, che amava condividere con gli altri ogni sua scoperta e preferiva lavorare in simbiosi con gli amici più cari, João Gilberto, Vinìcius de Moraes e Newton Mendonça, trasferendo nella sua musica questo spirito così positivo.  Menu

 

 

 UN SAMBA PER ORFEO

Importante, per Jobim, fu soprattutto l'incontro con Vinìcius de Moraes, il poeta e diplomatico che cercava un musicista a cui affidare le canzoni di una pièce teatrale a cui lavorava da tempo, Orfeu da Conceição, la trasposizione brasiliana del mito di Orfeo. Il lavoro fu accolto dal pubblico con grande favore. La sua popolarità varcò addirittura i confini nazionali e il regista Marcel Camus lo trasformò in un film, Orfeo Negro, che si impose all'attenzione mondiale vincendo un festival di Cannes e un Oscar a Hollywood. Il film conteneva un nuovo brano di Vinìcius e Jobim, A Felicidade, un'altra perla che si aggiungeva ai capolavori pubblicati in Brasile, affidati al canto di Gilberto che fissava i termini poetici della bossa nova.  Menu

 

 

 FUORI DAI CONFINI

 

Da sinistra: Jobim, Vinìcius, Menescal e Lyra

Il successo di Orfeo negro assicurò alla bossa nova una vetrina internazionale: così la musica del Brasile fu scoperta dai jazzisti statunitensi. Fra loro c'erano il sassofonista Stan Getz e il chitarrista Charlie Byrd, che nel febbraio del 1962 incisero insieme il disco Jazz Samba. A partire da quella data, la bossa nova si diffuse rapidamente negli Stati Uniti. Verso la fine di novembre Iobim, João Gilberto, Vinìcius de Moraes e Carlos Lyra parteciparono a un concerto alla Carnegie Hall di New York: con loro c'era anche Stan Getz, l'esibizione fu seguita da tremila spettatori, ma almeno mille non riuscirono a entrare nella sala. Pochi mesi dopo, nel marzo 1963, fu registrato l'album Getz/Gilberto. Jobim, che seguiva da protagonista ogni passo dell'affermazione della bossa nova, partecipò alla realizzazione del disco come pianista e arranggiatore. L'album conteneva una versione di Garota de Ipanema cantata in inglese da Astrud Gilberto, moglie di João: lo straordinario successo che accolse la canzone rese l'album una pietra miliare per la diffusione della nuova musica nel mondo.  Menu

 

 

 UN ALBUM A CINQUE STELLE

Ormai era tempo che anche Jobim incidesse a suo nome, per lasciare un'impronta sui brani che tutti cantavano. Il primo disco statunitense di Jobim vide la luce nel 1964 per l'etichetta verde. Il titolo orgogliosamente assicurava: The Composer of Desafinado Plays (il compositore di Desafinado suona). L'album, che inaugurava la collaborazione tra Jobim e il direttore d'orchestra Claus Ogerman, fu accolto con entusiasmo e venne premiato con il massimo punteggio -cinque stelle- dalla rivista "Down Beat". Il disco diventò il passaporto di Jobim, la conferma di quanto il suo lavoro fosse apprezzato all'estero. In patria, intanto, l'atmosfera stava diventando davvero cupa: nel giro di pochi mesi l'esercito riprese il potere e nel 1965 fu ufficialmente instaurata una rigida dittatura militare. Presto sarebbe cambiata la colonna sonora del Brasile: Caetano Veloso, Chico Buarque, Milton Nascimento, Gilberto Gil, tutti debitori del maestro della bossa nova, avrebbero commentato il nuovo clima con una musica dal ritmo più teso, elettrizzato dal primo rock e dalla volontà di dare voce alla protesta.  Menu

 

 

 L'INCONTRO CON SINATRA

 

Jobim e Frank Sinatra

Con l'avvento del governo militare molti artisti lasciarono il Brasile. Fra loro c'era anche Jobim che continuò la sua attività negli Stati Uniti, lavorando con i direttori d'orchestra più contesi. Tra questi c'era Nelson Riddle, insieme al quale Jobim realizzò The Wonderful World of Antonio Carlos Jobim, un disco di cosmopolita bossa nova in cui si esibiva anche come cantante, con la voce roca e calda di chi fuma tante sigarette e canta con la passione di un amante. Questa nuova prova di versatilità e di talento conquistò anche una star come Sinatra, che volle incidere con lui. Nacque così, nel 1967, il disco Francis Albert & Antonio Carlos Jobim: insieme ai due artisti c'erano il direttore d'orchestra Claus Ogerman e il percussionista brasiliano Dom Um Romão. "Non mi era più capitato di cantare così piano da quando avevo avuto la laringite", avrebbe poi ironicamente dichiarato Sinatra rimarcando l'adesione al clima di Jobim. Con lui aveva duettato in quattro brani, fra i quali l'immancabile Garota de Ipanema, lasciando che Jobim brasilianizzasse nell'andamento celebri song di Irving Berlin e Cole Porter.  Menu

 

 

 JOBIM E LE STELLE DEL JAZZ

La scelta di Sinatra fu la conferma di come il repertorio di Jobim fosse ormai diventato indispensabile ai grandi interpreti. Il disco con "The Voice" segnò la definitiva consacrazione americana di Tom, l'ingresso delle sue canzoni nel patrimonio comune del jazz, di fianco ai brani di Cole Porter e George Gershwin. Da allora, molti grandissimi cantanti e solisti americani hanno reso omaggio a Jobim interpretando le sue composizioni: tra loro, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Carmen McRae, Miles Davis, Chet Baker, Coleman Hawkins, Dexter Gordon, Archie Shepp. I dischi successivi arricchirono il suo repertorio di palpitanti creazioni. Ci fu Retrato em branco e Preito, scritta con Chico Buarque, dove sconfinava con eleganza nei sentieri del jazz. Ci fu soprattutto Stone Flower, inciso nel 1970 insieme al flautista Ron Carter, e a brasiliani di talento, come il pianista e chitarrista Eumir Deodato e il percussionista Airto Moreira. Con loro si mise alla ricerca di un suono denso e avvolgente. Era come se Jobim, giocando con il jazz, usando nuovi colori, risalisse a Heitor Villa-Lobos, il più grande compositore brasiliano, che aveva contaminato la musica colta con le suggestioni folcloriche. Stone Flower era caratterizzato da timbri scuri, da elaborati impasti tra piano elettrico, contrabbasso e trombone che introducevano una musicalità differente.  Menu

 

Heitor Villa-Lobos

 

 

 MEU BRASIL BRASILERO

Il nuovo corso di Jobim approdò nel 1973 al disco Matita Perê, la sua opera più ambiziosa, un singolare affresco orchestrale realizzato con Claus Ogerman e Dori Caymmi, figlio di Drival, il compositore più autorevole della musica di Bahia. Matita Perê raccoglieva canzoni di inaspettata spericolatezza armonica, tra cui il brano che dava il titolo al disco e la famosa Aguas de março, dal mirabile incedere di voce e percussioni, nonchè alcuni brani orchestrali che compendiavano influenze europee e nordamericane con l'identità della musica tropicale. Questo ritrovato legame di Jobim con la sua terra si sarebbe reso ancora più evidente con l'esperienza della Banda Nova, il gruppo che lo avrebbe accompagnato nell'ultimo capitolo della sua carriera. Un gruppo in cui un forte senso comune, fatto di legami e amicizia, gli avrebbe permesso di creare nuovi gioielli -Passarim, Brzeguim, Chansong- e di riconsiderare un'intera carriera, riarrangiando tutto il suo repertorio come se volesse catalogarlo e consegnarlo in eredità a parenti e compagni. Nell'ultimo disco inciso, Antonio brasileiro, Jobim dimostrò di essere approdato a un'originale rappresentazione di sentimenti e di aver ritrovato lo spirito musicale che aveva riservato un tempo ai duetti con gli amici, la voglia di divertirsi e di suonare scoperta a fianco di João e Vinìcius e consegnata alla memoria da superbe registrazioni. Le sue ultime immagini lo ritraggono come un elegante signore, dai modi internazionali ma con il fascino tropicale di chi porta il cappello di paglia e fuma sigari profumati. Un appassionato cantore brasiliano della delicatezza perduta.  Inizio pagina

 

 

 

 

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