Musica popolare

 

 

Musica trasmessa oralmente, diffusa attraverso l'esecuzione e non con la notazione, è appresa a orecchio. I nomi dei suoi autori sono ignoti, o comunque dimenticati. La musica popolare esiste, in quasi tutte le società della terra, in diversissime forme e in una grande varietà di condizioni socioculturali.

 

Musica e comunità

Eseguita da membri della comunità privi di una formazione musicale specialistica, la musica popolare è spesso legata ai cicli delle stagioni, a eventi-chiave nella vita personale e ad attività come la pratica religiosa, il lavoro, la cura dei figli. La musica popolare si può definire la musica degli strati meno colti, principalmente rurali, di società in cui esiste anche un'élite musicale, la cui musica viene detta "classica" o "colta".

Quando passa da un esecutore all'altro, un canto popolare tende a modificarsi in seguito a interventi creativi, imperfezioni della memoria, valori estetici diversi, e per l'influsso dello stile di altre musiche note all'esecutore. Una canzone popolare genera così delle varianti, trasformandosi un po' alla volta e ripresentandosi in molte forme, a volte irriconoscibili. La musica popolare subisce in genere l'influsso dei centri culturali vicini (città, corti, monasteri), e spesso si comporta come una sorta di deposito che conserva per lunghi periodi caratteristiche di musica d'arte più antica. La musica popolare è anche quella in cui la comunità etnica più si riconosce. In generale fiorisce al di fuori di istituzioni come la scuola e la Chiesa.

Se, come si è detto, la musica popolare esiste presso molte culture che dispongono anche di una tradizione musicale colta, come in India, in Cina e in Medio Oriente, il suo ruolo nella società è rispetto alle altre forme musicali varia. Ad esempio, in India esiste un confine più netto che in Occidente tra musica classica e popolare, mentre in Medio Oriente capita che un musicista passi da un genere all'altro. In Iran la musica popolare è detta "regionale", ed è eseguita da interpreti che in effetti sono più specializzati di quelli della tradizione colta.

Struttura musicale

Nonostante le profonde differenze, le musiche popolari delle culture europee presentano alcune caratteristiche comuni. La musica è relativamente semplice, costituita di solito da canti in forma strofica: una breve strofa (comunemente di quattro versi) ripetuta più volte con parole diverse. L'uso dell'antifona, ossia l'alternarsi tra il solista e il coro nella presentazione di un verso ciascuno, è diffuso in tutta Europa. I canti epici, che raccontano una vicenda complessa, possono ripetere molte volte una singola frase musicale. Anche se i compositori non sono istruiti, il modo di combinare il materiale musicale è spesso molto sofisticato. Così, nell'Europa centrale e orientale la trasposizione (ripetizione di una frase musicale a una diversa altezza) è pratica comune: tipica è la forma ungherese in cui la seconda metà ripete la prima a distanza di una quinta (A5A5AA).

Il materiale melodico della musica popolare europea è strettamente connesso con quello della musica colta. Scale eptatoniche, spesso con l'impiego di tonalità e modalità della musica liturgica medievale, sono molto diffuse. I modi dorico e misolidio sono comuni nel canto popolare inglese; il frigio in quello spagnolo. In tutta Europa sono diffuse le scale pentatoniche: le cinque note corrispondenti ai tasti neri del pianoforte. Scale più semplici di tre o quattro note si trovano nelle cantilene infantili, nelle rime della conta e nei canti di rituali precristiani. Il ritmo è talvolta legato alla versificazione (la struttura metrica del testo). Il testo dei canti popolari inglesi usa spesso versi di quattro piedi giambici, e le melodie che li accompagnano seguono uno dei tre moduli ritmici.

In Europa orientale, particolarmente nei Balcani, si trovano ritmi complessi di 2+2+2+3, e battute di cinque, sette, undici e tredici tempi. La musica popolare strumentale tende a essere ritmicamente ripetitiva, una caratteristica che si trova anche nell'Europa centrale, dove sono diffuse strutture complesse come l'alternarsi irregolare di tempi ternari e quaternari. Molta musica popolare è costituita da una melodia monofonica non accompagnata. L'accompagnamento strumentale può fornire semplici accordi o, spesso, un bordone (una nota o un accordo ripetuti sotto la melodia). Il canto polifonico, con due o tre voci che eseguono melodie indipendenti, si trova particolarmente in Germania, in Italia, in Spagna e nei Balcani, e in altri paesi dell'Europa centrale e orientale. Nella maggior parte dei casi i cantanti eseguono lo stesso motivo ad altezze diverse: in terze o seste (Germania, Italia, Spagna, paesi slavi occidentali); in quarte o quinte (Russia, Ucraina); o in seconde (Balcani). Sono anche usati il bordone (Italia), rote o canoni (ovunque), e relazioni più complesse (Russia, Balcani). La musica popolare polifonica è rara in Asia; in alcuni paesi come l'Iran e l'Afghanistan, invece, la polifonia è più comune nella musica popolare che in quella colta.

L'uso della voce e dei timbri strumentali costituisce un carattere distintivo molto evidente della musica popolare. Lo stile belcantistico è praticamente assente: le varie aree culturali sviluppano e prediligono ciascuna la propria caratteristica vocalità, che va dal suono teso e nasale dell'area mediterranea a quello più spiegato e meno ornato dell'Europa centrorientale. Una via di mezzo si trova nelle regioni industrializzate, ad esempio in Gran Bretagna e in Francia. Analogamente, il violino nella musica popolare non usa il vibrato o lo stile portato dei concertisti, preferendo produrre ogni nota con un'arcata. Nella musica popolare statunitense lo stile di canto è il principale elemento che distingue le diverse tradizioni.

Le canzoni

I tratti stilistici descritti caratterizzano regioni e paesi. Anche i canti popolari tendono a rimanere entro il territorio di origine, anche se capita che migrino da un paese all'altro, mutando stile. Un canto può trasformarsi nel passaggio da monofonico in corale, e trasferirsi da una scala pentatonica a una tonalità maggiore. In pratica, si ritrovano motivi molto simili in paesi lontani come la Spagna e l'Ungheria, ma in ciascun paese la variante riflette lo stile locale. Tra le migliaia di canti popolari di un paese è possibile identificare quelli che hanno una relazione tra loro. Questi sembrano provenire tutti da un unico canto-genitore attraverso il processo della tradizione orale e della cosiddetta ri-creazione collettiva; un gruppo di canti così imparentati si chiama famiglia.

Anche se molti canti popolari sono vecchi di secoli, la gran parte delle versioni oggi note proviene da registrazioni o raccolte a stampa che raramente hanno più di cent'anni. Il confronto delle varianti può mostrare come si sia sviluppata una famiglia di canti. I brani possono essere abbreviati e successivamente subire delle aggiunte, oppure prendere dei testi o delle frasi musicali da un canto completamente diverso. Il numero delle famiglie di canti nel repertorio di una data cultura è molto variabile. La musica popolare ungherese sembra averne centinaia; la tradizione angloamericana disporrebbe di quaranta o cinquanta famiglie, sette delle quali rappresentano la grande maggioranza dei canti. In Iran, ciascun genere di testo, dai canti che celebrano gli eroici condottieri a quelli sul martirio dei santi musulmani, sembra essere associato a un tipo di melodia: il numero delle famiglie è pertanto molto ridotto.

Il gran numero di motivi in un repertorio popolare è alla base di vari sistemi di classificazione. Vista l'imprevedibilità della tradizione orale, ciò che rimane costante quando cambia un motivo differisce notevolmente da una cultura all'altra. Per questi e altri motivi non è stato ancora elaborato un metodo soddisfacente per classificare tutti i motivi che costituiscono una famiglia. Nella canzone popolare inglese, ad esempio, resta fisso il profilo generale di un movimento melodico, mentre nella musica ungherese gli elementi di continuità sono il ritmo e la configurazione delle note conclusive delle quattro frasi usate normalmente.

Tipologia dei canti

Uno dei modi per esaminare la funzione dei canti popolari sta nel definire la funzione, nella società, delle diverse varietà di canto. Uno dei tipi più noti di musica popolare è la ballata, la canzone che, in una successione di strofe, narra una storia centrata su un unico evento principale. Ballate diffusissime nel mondo angloamericano, che risalgono alla tradizione delle antiche ballads inglesi e scozzesi, hanno spesso una scala pentatonica e mostrano uno scarso influsso da parte della musica colta o leggera; mentre ballate di composizione più recente, che spesso furono diffuse in modo asistematico e in seguito trasmesse oralmente, adottano frequentemente le scale maggiori e minori. I loro testi parlano di amori infelici, delitti, storie di guerra e tragedie come incidenti ferroviari e simili. Rispetto alle ballate più antiche, sono più precise nel fornire nomi, luoghi e date: servivano un tempo come mezzo per diffondere notizie.

Un altro tipo di canto narrativo è quello epico, che racconta le imprese di una figura eroica. Diffusa soprattutto nei Balcani, in Russia, in Finlandia e in Medio Oriente, l'epica prevede una versificazione organizzata in distici anziché in strofe. Molto noti sono i canti serbi che raccontano il conflitto tra cristiani e musulmani (ca. 1200-1600). Cantati da professionisti nei caffè, spesso per ore, sono in parte improvvisati, e sono accompagnati dalla gusla, uno strumento a corda con la cassa ricoperta di pelle e l'archetto di crine. In Iran, l'epica ha per argomento i re preislamici e le imprese degli antichi capi dell'Islam. La tradizione dell'epica si ritrova in tutta l'Asia. Un altro esempio di canti epici narrativi, nei quali si mescolano recitazione, teatralità, epica e canto è quello dei pupi siciliani.

Collegati ai canti narrativi sono vari generi di teatro popolare diffusi in Asia e in parti dell'Europa. Simili ai mystery plays medievali, possono essere illustrati da narrazioni in forma dialogica; lo stile della musica è di norma semplice, con melodie ripetitive, brevi formule e una scelta limitata di note.

Un folto gruppo è poi quello dei canti calendariali, quelli cioè che accompagnano rituali relativi a importanti eventi della vita di una persona o a cicli dell'anno: la nascita e la pubertà, il matrimonio e i funerali. In Occidente l'anno è cadenzato da canti di rituali precristiani come quelli che festeggiano il solstizio d'estate e d'inverno, la semina e il raccolto; da musiche per feste cristiane come il Natale, la Pasqua e il Sabato Santo; e da contaminazioni come il Capodanno. I canti calendariali, spesso arcaici, fanno uso di forme brevi e scale limitate, e sono spesso associati a strumenti come sonagli, trombe di legno a una sola nota e flauti senza fori.

Un'altra categoria di musica popolare comprende i canti legati a momenti di crisi, come una guerra o una malattia. Oggi poco diffusi, probabilmente un tempo erano comuni; la loro esistenza mostra il legame tra la musica popolare e quella delle società tribali.

Alle culture occidentali risalgono molti canti di lavoro, soprattutto nella musica popolare delle culture americane di derivazione africana. Il loro scopo, in alcuni casi, è accrescere l'efficacia del lavoro ritmandolo. Altri, con testi che parlano di attività agricole e di altro genere, servono a consolidare la solidarietà all'interno del gruppo.

Tra gli altri tipi di canti popolari, oltre a quelli d'amore o genericamente di intrattenimento, e i canti di marcia diffusi tra i soldati secoli addietro, vi sono i canti infantili, che comprendono le ninne nanne, i canti per giocare e le conte, oltre alle filastrocche di carattere didattico . Un altro tipo ancora è il canto popolare religioso: gli inni cantati nelle chiese rurali e appartenenti principalmente alla tradizione orale.

Gli strumenti

Ogni cultura popolare dispone di numerosi strumenti. Alcuni di essi, come la cornamusa, sono diffusi in tutta Europa; altri, come le launeddas sarde formate da tre pifferi suonati dallo stesso esecutore, sono concentrati in aree specifiche.

Gli strumenti popolari occidentali si possono classificare per origine e storia. Gli strumenti più arcaici delle culture popolari dell'Asia e dell'Europa sono gli stessi delle società tribali: sonagli, flauti, trombe di legno, scacciapensieri e tamburi sono spesso usati per rituali arcaici o nei giochi infantili.

Un'altra categoria è quella degli strumenti portati in Europa da altre culture, in particolare dal Medio Oriente, come il dulcimer. In una terza categoria rientrano gli strumenti ideati dalla cultura popolare stessa, come i violini fatti con gli zoccoli nei Paesi Bassi. Il gruppo più folto comprende quelli derivati dalla cultura urbana, come il violino, il clarinetto, il contrabbasso e la fisarmonica, adottati senza molti cambiamenti. Alcuni strumenti un tempo ampiamente usati nella musica colta, come la chitarra e il mandolino, furono in seguito relegati soprattutto all'impiego popolare.

Gli strumenti della musica popolare sono suonati da soli o per accompagnare il canto. Tra i gruppi musicali si possono trovare versioni non professionistiche di complessi di musica colta, come le bande di ottoni scandinave; particolarmente diffusa nell'Europa centrale è la combinazione di due violini e un contrabbasso. Molti gruppi uniscono uno strumento melodico con il tamburo o altre percussioni. Complessi di percussioni e strumenti a fiato, in particolare l'oboe, si trovano anche nella musica popolare dell'Asia e del Medio Oriente. In alcuni casi la stessa persona suona due strumenti, come nella combinazione di piffero e tamburo dell'Europa occidentale o del Sud America, o il violino in Ungheria.

La musica popolare nel mondo moderno

L'immagine fin qui presentata vale per la musica popolare che è esistita per centinaia di anni e che continua a esistere in poche culture isolate. La maggior parte delle culture popolari, però, ha subito profondi cambiamenti nell'ultimo secolo: la stampa e i mass media hanno permesso l'accesso alla cultura urbana; gli esponenti inurbati delle comunità rurali hanno portato avanti le loro tradizioni in forma assai mutata,  anche la musica urbana ha risentito del contatto. In tal modo, molti fenomeni un tempo ai margini della musica popolare hanno assunto una grande importanza. Le minoranze etniche, ad esempio, vedono nelle loro tradizioni un mezzo per rafforzare l'identità di gruppo, funzione che prima non avevano; un altro esempio sono i canti politici e di protesta ricreati sullo stile della musica popolare. In America, folksinger di origine sia rurale sia colta (come Pete Seeger) sono entrati a pieno titolo nella musica di consumo; e lo stesso è accaduto anche negli altri continenti. La musica popolare si è poi mescolata ad altri generi e stili, come il folk, il country & western, il soul e il gospel.

In Italia, che possiede un patrimonio musicale popolare ricchissimo e fortemente differenziato geograficamente, si è assistito negli ultimi decenni a vari livelli di interesse e di riuso: dall'opera di ricerca e conservazione di organismi come l'Istituto Ernesto De Martino, a varie iniziative di diffusione discografica di materiale originale (i dischi del Sole, il Nuovo Canzoniere Italiano), alla riproposta in concerto di musica popolare da parte di gruppi di estrazione più o meno colta (Nuova Compagnia di Canto Popolare, Canzoniere del Lazio, Schola Cantorum). Oggi, nei gruppi che si rifanno alla musica popolare sembra prevalere l'interesse, più che per il recupero, per la contaminazione: non solo tra il repertorio tradizionale e le nuove sonorità del rock, ma anche con l'accostamento a tradizioni diverse come quella celtica (i Modena City Ramblers) o quella del Sud del Mediterraneo (i MauMau, gli Almamegretta).

In breve, il carattere della musica popolare è mutato profondamente in questo secondo dopoguerra, e le linee che la separano dagli altri tipi di musica si sono fatte meno nette. In ogni caso, come fenomeno mondiale, pur trasformandosi, non dà cenni di voler scomparire.

 

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