La zampogna (ciaramedda) è uno degli strumenti di
maggior rilievo nell'ambito agro-pastorale calabrese. La forma e le parti
animali di cui è composta (qualche suonatore ama definirla "la capra
che suona") la connettono strettamente alla sfera magico-rituale,
mentre il peso e la funzionalità che ricopre nella vita musicale la
rendono emblematica dell'interno universo dei suoni della regione.
Lo strumento è diffuso su scala regionale in quattro diversi modelli e
quasi ovunque viene usato durante tutto l'arco dell'anno soprattutto in
occasioni cerimoniali e festive. Le zampogne calabresi hanno 4 o 5
(eccezionalmente 6) canne ad ancia infisse in un ceppo tronco-conico che
comunica con l'interno di un otre di pelle. L'otre fornisce la riserva
d'aria ed è derivato dalla pelle di una capra o di una pecora che,
sfilata per intero dall'animale, ne mantiene la forma con il pelo
all'interno. Al posto del collo viene legato il ceppo, al posto di una
zampa anteriore, il cannello di insufflazione. Le altre zampe sono chiuse
e sporgono bene in evidenza. Le dimensioni dell'otre sono proporzionali a
quelle delle canne.
Tuttavia in Calabria si tende a preferire otri molto grandi. Il canneggio
è impiantato su due canne melodiche più bordoni. Le canne melodiche,
munite di fori digitali, sono in un unico pezzo, ovvero in due parti
separate, tra loro avvitate, e sono generalmente provviste di campane.
Vengono accordate regolando l'apertura dei fori digitali mediante cera
d'api. I bordoni sono ciascuno in due elementi, scorrevoli l'uno
nell'altro in modo da poterne regolare la lunghezza. I principali legni
usati per le canne sono: bosso, gelso, noce, olivo, olivo selvatico,
acero, erica, alberi da frutto.
Sulle giunture e sui bordi delle campane vengono a volte inseriti degli
anelli di corno a scopo di rinforzo e di ornamento. Le ance di canna
possono essere semplici o doppie. L'ancia semplice (zommaredda) è la più
usata. Si ricava da un tubicino di canna avente l'estremità superiore
chiusa da un nodo naturale. Lungo la sua superficie viene escissa una
linguetta, con un taglio effettuato longitudinalmente, sia in un senso sia
nel senso inverso. L'ancia doppia (rametta) è simile a quella della
ciaramella. Alcuni strumenti possono montare ambedue i tipi di ancia
contemporaneamente.
Le zampogne sono corredate da una serie di accessori: una quantità di
cera d'api viene generalmente tenuta attaccata al ceppo e utilizzata per
restringere il contorno dei fori digitali durante l'accordatura; piccoli
punteruoli di legno, corno, osso o altro, tenuti appesi allo strumento,
servono a liberare i fori dalla cera in eccesso; tappi di legno vengono a
volte impiegati per chiudere i bordoni durante l'accordatura; nappine,
nastri e fiocchi colorati (generalmente rossi) forniscono una protezione
magica contro il malocchio.
Come la ciaramella, anche la zampogna viene costruita in botteghe
specializzate dove si fa uso di particolari attrezzature: tornio
(elettrico o a pedale), sgorbi, succhielli, alesatori, trapani, ecc. Qui
vengono costruiti i nuovi strumenti e riparati i vecchi. Le occasioni più
favorevoli per la vendita sono le grandi feste religiose annuali in cui
convergono un gran numero di suonatori. I costruttori sono quasi sempre
anche suonatori e svolgono un importante ruolo di trasmissione del sapere
musicale. Tra i numerosi centri di costruzione calabresi, vi sono Farneta
(CS), Verbicaro (CS), Brancaleone (RC), Bagaladi (RC).
Alcuni tipi di zampogna vengono anche costruiti a mano, con coltello,
direttamente da chi li suona. Lo zampognaro cura personalmente la
manutenzione del proprio strumento, sostituendo all'occorrenza sia l'otre
sia le ance. É un personaggio centrale nella vita delle comunità
agro-pastorali: la sua presenza infatti garantisce il regolare svolgimento
dei piccoli e grandi riti collettivi. I seguenti sono i quattro tipi di
zampogna diffusi in Calabria: I TIPO: surdulina, anche i suoni, karamunxïa
(albanese). Area di diffusione centro-settentrionale (provincie di Vibo
Valentia e Catanzaro, comprese le minoranze linguistiche albanesi).
Strumento di dimensioni medio-piccole (lungh. 30-60 cm) ad ancia semplice
intagliata dall'alto verso il basso, con 4, raramente 5 (eccezionalmente
6) canne cilindriche prive di campane. Le canne melodiche sono di
identiche dimensioni, ciascuna con 4 fori digitali più vari fori di
intonazione. La sinistra è chiusa in fondo. I 2 bordoni di dominante,
sono fra loro di diversa misura (eccezionalmente vi è un terzo bordone
che raddoppia il minore).
Zampogna I tipo II tipo: a chiave. Area di diffusione
centro-meridionale (provincie di Catanzaro e Reggio Calabria). Strumento
di grandi dimensioni (lungh. 80-120 cm) ad ancia doppia, con 5 canne, di
cui 4 coniche con campana e 1 cilindrica priva di campana (bordone
maggiore). Le canne melodiche sono fra loro di diverse dimensioni; la
destra ha 4 fori digitali anteriori + 1 posteriore (alto), la sinistra ha
4 fori anteriori, di cui l'ultimo, distanziato dagli altri, viene azionato
da una chiave metallica. Ambedue hanno fori di intonazione. I tre bordoni,
di diverse misure sono, il minore e il medio, di dominante, il maggiore di
tonica.
Zampogna II e IV tipo III TIPO: a paro Area di
diffusione centro-meridionale (provincie di Vibo Valentia e Reggio
Calabria, comprese le minoranze linguistiche grecaniche). Strumento di
dimensioni medio-grandi (lungh. 50-80 cm) ad ancia semplice intagliata dal
basso verso l'alto o ad ance miste (semplice nel bordone maggiore, doppie
nelle altre canne). Ha 4 o 5 canne, di cui 3-4 coniche con campana e 1
cilindrica priva di campana (bordone maggiore).
Le canne melodiche sono fra loro di identiche dimensioni; la destra ha 4
fori digitali anteriori + 1 posteriore (alto), la sinistra ha 4 fori
anteriori. Ambedue hanno vari fori di intonazione. I 2-3 bordoni di
dominante sono di diverse misure.
Zampogna III tipo IV tipo: a la moderna. Area di
diffusione meridionale (provincia di Reggio Calabria, comprese le
minoranze linguistiche grecaniche). Strumento di dimensioni medio-grandi (lungh.
50-80 cm) ad ancia semplice intagliata dal basso verso l'alto, con 5
canne, di cui 4 coniche con campana e 1 cilindrica priva di campana
(bordone maggiore). Le canne melodiche sono fra loro di diverse
dimensioni; la destra ha 4 fori digitali anteriori + 1 posteriore (alto),
la sinistra ha 4 fori anteriori. Ambedue hanno vari fori di intonazione. I
bordoni sono come nel tipo a chiave.
Si distinguono due modelli scalari di base, rappresentati, il primo dalla
zampogna a chiave (II tipo) e dalla zampogna a la moderna (IV tipo), il
secondo dalla zampogna a paro (III tipo) e dalla sua variante, la
surdulina (I tipo). In tali modelli, restando invariati i suoni della
canna destra, quelli della canna sinistra variano procedendo
diatonicamente dalla tonica alla dominante nel II-IV tipo, dalla dominante
alla sopratonica nel III tipo. Nelle zampogne del III (e I) tipo le canne
melodiche sono intonate per quarte e presentano due serie di note che si
sovrappongono parzialmente. La loro combinazione da luogo a un'ottava
completa con successione modale dei gradi. Nelle zampogne del II-IV tipo
le canne melodiche sono intonate all'ottava e presentano due serie non
contigue di suoni. Inoltre, mentre le zampogne del III (e I) tipo hanno
tutti i bordoni intonati sulla dominante, quelle del II-IV tipo presentano
la caratteristica del bordone basso intonato sulla tonica.
É importante notare che il modello scalare delle zampogne del III (e I)
tipo è condiviso dai principali strumenti musicali arcaici della
Calabria: il doppio flauto, la lira, in una certa misura anche la chitarra
battente con i suoi bordoni di dominante.
In Calabria il repertorio della zampogna è rappresentato dalle due
suonate tradizionali, pastorale e tarantella, ambedue funzionali alle
occasioni rituali festive e di cui la processione (pastorale) e il ballo
(tarantella) costituiscono gli eventi centrali. Si tratta per lo più di
suonate di carattere iterativo-microvariato, generalmente di lunga durata.
Soltanto il tipo a chiave, nel suo abbinamento con la ciaramella, ha
assorbito repertori più moderni (balli di importazione, canzoni). La
zampogna, infine, viene anche impiegata per accompagnare il canto.