Tratto da: Strumenti
musicali popolari in Calabria di Antonello Ricci e Roberta Tucci
www.csdim.unical.it
PREMESSA
In Calabria una percentuale
non indifferente della popolazione condivide ancora un'arcaica
cultura agro pastorale, tramandata oralmente e in parte funzionale
alla vita delle comunità. In tale ambito la musica assume un
ruolo di rilievo e i suonatori, per il loro alto grado di coscienza
culturale (espresso proprio attraverso la scelta di essere tali)
rappresentano le punte più avanzate della cultura musicale
tradizionale.
In Calabria si contano una trentina di strumenti
musicali diversi, alcuni dei quali presentano caratteri di forte
arcaicità e sono parzialmente o totalmente estinti in altre
regioni italiane. Secondo la distinzione proposta da Erich
Stockmann, fra strumenti "primari" e "strumenti
secondari" — i primi utilizzati esclusivamente per
eseguire musica popolare, i secondi presenti anche in altri contesti
socio-culturali — , in Calabria si rileva una netta prevalenza
dei primi, alcuni costruiti in botteghe specializzate, altri
direttamente dai suonatori. Questa prevalenza è indicativa di
un alto grado di coesione culturale, anche se non sempre
l'acquisizione di strumenti dall'esterno è sintomatica di
sfaldamento.
Spesso gli strumenti "secondari" vengono
talmente rivisitati e adattati all'ambito musicale folklorico, da
rendersi del tutto autonomi rispetto ai modelli originari. Un caso
esemplare è quello della chitarra battente, decaduta presso
la cultura dominante, adattata e fatta propria dal mondo contadino
meridionale e in tale ambito costruita in botteghe specializzate. Ma
il caso forse più clamoroso riguarda l'organetto, strumento
di fabbricazione industriale, di cui i suonatori popolari
dell'Italia centro meridionale e della Sardegna si sono appropriati
in modo spesso autonomo e originale.
Tuttavia la prevalenza di
strumenti "primari" rispecchia anche precise scelte
timbriche, realizzate attraverso l'uso di determinati materiali,
nonché di specifiche tecniche artigianali. Così, ad
esempio, il triangolo deve essere di ferro battuto, la membrana del
tamburello di pelle conciata, e così via. In tale dimensione
la categoria dei costruttori è incoraggiata a perdurare e
numerose sono le botteghe artigiane in cui vengono prodotti
strumenti musicali.
La bottega di costruzione è un luogo
molto importante per la continuità della tradizione musicale
perché permette il ricambio degli strumenti, ma anche
perché funge da punto di riferimento e di incontro per i
suonatori. Nel corpus degli strumenti musicali popolari calabresi si
distinguono due fondamentali livelli socio-economici di uso: agro
pastorale (contadini, pastori, pescatori) e artigiano-paesano
(barbieri, sarti, macellai, ecc.).
Il primo è caratterizzato
da una netta prevalenza di strumenti "primari", spesso
arcaici, il cui uso viene trasmesso oralmente al di fuori della
teoria colta occidentale e che spesso comportano anche
specializzazioni lontane dal professionismo, secondo la moderna
accezione del termine.
Il secondo livello è caratterizzato da
una prevalenza di strumenti "secondari", per lo più
moderni, a volte anche elettrificati, il cui uso è
accompagnato da elementari nozioni di teoria musicale e da pratiche
di semi professionismo o professionismo (ad esempio, complessi di
plettri, bande).
Non bisogna tuttavia trascurare gli strumenti
condivisi, se pur con diverse modalità, da ambedue i livelli,
come chitarra e mandolino. Gli strumenti musicali di seguito
esaminati rappresentano attualmente l'effettivo corpus utilizzato
per la musica contadina in Calabria.
Il modo in cui vengono usati e
combinati insieme, le funzioni che assumono nelle varie occasioni,
il simbolismo e la ritualità ad essi associati, sono tutti
fattori regolati da una rigorosa norma sociale attraverso cui la
cultura folklorica mantiene e perpetua la propria
musica.
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